Monastero di San Vittore al Corpo

Via San Vittore 16. (Apri Mappa)
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Descrizione

La chiesa di San Vittore al Corpo era la basilica degli Olivetani che abitavano nell'annesso convento, oggi sede del Museo della Scienza e della Tecnologia. Le notizie sul primitivo edificio sono incerte anche perché, con la ricostruzione avvenuta nel '500, sono rimaste pochissime tracce della struttura originaria.
Nel XII secolo l'arcivescovo di Milano, Arnolfo, affidò la basilica ai benedettini di San Vincenzo in Prato che costruirono il convento annesso, grazie alla disponibilità economica che avevano raggiunto.
All'inizio del XVI secolo il complesso passa agli olivetani e a partire da questa data inizia la sua trasformazione radicale. Al progetto della nuova chiesa lavorò Vincenzo Seregni ma il progetto definitivo è opera di Galeazzo Alessi, che proprio in quegli anni era impegnato nella costruzione di Palazzo Marino.
L'interno della chiesa è rivestito di una ricchissima decorazione a stucco e affreschi della fine del Cinquecento. La maggior parte dei dipinti è invece posteriore, opera di artisti lombardi del primo Seicento. L'attuale facciata della chiesa è incompiuta: la fronte si presenta in due ordini, l'inferiore è scandito da dodici lesene, il superiore da quattro paraste che reggono un frontespizio rettangolare.E’ una delle più belle chiese di tutto il tardo Rinascimento italiano.
La chiesa, nell'VIII secolo, cominciò a essere indicata con l'attuale denominazione perché, dopo il martirio, vi furono sepolti i resti di San Vittore. Questa è la spiegazione di uno studioso, il Latuada, mentre secondo un approfondimento del Montrasio la denominazione "al Corpo" deriva dal fatto che la basilica sorse su un "Campo o Corpo Santo", cioè in una di quelle aree della città nate sulle antiche aree cimiteriali cristiane.
Nel 1805, durante l'occupazione napoleonica, l'annesso convento divenne un ospedale militare e fu sottoposto a lavori di adattamento fino al 1808. Passò quindi in possesso dell'esercito austriaco e poi dell'esercito italiano, con la denominazione di caserma delle Voloire o caserma Villata. Subì inoltre gravi danni per i bombardamenti dell'agosto del 1943. I danni furono riparati a partire dal 1947 e l'edificio venne sistemato come Museo nazionale della scienza e della Tecnologia "Leonardo da Vinci".Sono numerose le parti e le opere da ammirare in questa chiesa che sono state realizzate da artisti importanti. Ercole Procaccini lavorò alla cappella di San Giuseppe, mentre del fratello Camillo sono le tre tele con Storie di San Gregorio nell'abside destra del transetto. Dello stesso artista è la decorazione pittorica della piccola cappella di San Vittore che si trova in sacrestia. Di particolare pregio è il coro ligneo in noce realizzato alla fine del Cinquecento con la storia di San Benedetto.Interessanti, sotto il profilo artistico, sono anche le opere d'intaglio della sacrestia. Da ammirare anche la volta riccamente decorata, impreziosita da immagini religiose con angeli e santi. Di sicuro impatto visivo è l'interno della cupola con gli affreschi di Daniele Crespi e di Guglielmo Caccia Moncalvo.