Palazzo delle Scuole Palatine

Piazza dei Mercanti, 5. (Apri Mappa)
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Descrizione

Le scuole palatine hanno antiche origini, dovute già all'intervento di Galeazzo Visconti, ma ottennero da Giovanni Maria Visconti una nuova sede nel Broletto nuovo e prosperarono sotto gli Sforza con il nome di scuole del Broletto.
Nel 1644 un incendio distrusse l'edificio e il portone degli Orefici; la municipalità di Milano provvide alla ricostruzione del palazzo secondo il modello più prestigioso, quello del Palazzo dei Giureconsulti. Incaricato dell'opera fu l'architetto Carlo Buzzi.L'edificio è composto da due piani. Al piano terreno, quattro arcate di colonne toscane binate su piedistalli formano l'accesso al portico rialzato attraverso i sei gradini dal piano del marciapiede.
La scala che dà accesso al piano superiore si sviluppa su due rampe convergenti. L'architettura, come si è detto, rappresenta la stessa ricchezza del vicino Palazzo dei Giureconsulti con busti imperiali nei riquadri sopra le colonne binate e figure femminili nei triangoli ai lati degli archi. Al pian terreno a sinistra, nel "portale degli Orefici", è collocata una lapide, sulla quale si legge un epigramma del poeta Ausonio, celebrante le bellezze della Milano del IV secolo, da lui paragonata a una seconda Roma. Al piano superiore, lesene abbinate a foggia di erme corrispondono alle sottostanti colonne. Finestre triangolari fiancheggiate da sirene, timpani curvilinei spezzati, rampanti accartocciati a voluta, contengono tutti degli stemmi araldici.
Nel mezzo della facciata dell'edificio si apre una nicchia con la statua di Sant'Agostino, che avrebbe insegnato proprio nella scuole palatine, eseguita ad opera dello scultore Pietro Lasagna. Verso la piazza si erge la statua marmorea del poeta Decimo Magno Ausonio con ai lati due lapidi di marmo bianco.
L'arco del portone si attesta verso via Orefici con archivolto a bugnato di ceppo e con una serraglia recante lo stemma della città di Milano.
A sinistra della loggia è posto un edificio di stile falso medioevale, opera di Giovanni Battista Somarini, datato al 1872.
Dell'antico edificio rimane oggi solo il prospetto: la facciata, infatti, nasconde un edificio moderno, sede di uffici e abitazioni.