Palazzo Litta

Corso Magenta, 24. (Apri Mappa)
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Descrizione

L’edificio, notevole per il suo valore artistico, è espressione di una nuova era per Milano e del collegamento della cultura milanese con l’Illuminismo europeo, in particolare di quello francese e inglese. Con l’Illuminismo, Milano rinasce infatti a una nuova vita grazie al governo diretto da parte di Vienna, caratterizzato dal centralismo illuminato, e all’amministrazione di Maria Teresa e Giuseppe I.
(Vedi Milano e l'Illuminismo)
Proprio la rivista milanese “Il Caffè”, fondata da Pietro Verri e alla quale collaborò Cesare Beccaria, fu uno dei principali cenacoli europei dell’Illuminismo che attrasse le intelligenze, punto di raccolta di discussioni e luogo d'incontro per dibattere argomenti politici e sociali. Protagonista della vita culturale milanese del periodo fu Giuseppe Parini, letterato che ha espresso i contenuti civili, politici e morali delle sue opere legandole proprio agli ideali illuministici.
L'estrosità, la fantasia e allo stesso tempo l'eleganza di un edificio dove si fondono il Barocco e il Rococò: il palazzo fu iniziato a metà del Seicento da Francesco Maria Richino per l’allora Presidente del Senato di Milano, il conte Bartolomeo Arese, passò quindi alla famiglia Litta Visconti Arese che lo fece ampliare nel 1700.
Sfarzo sì, ma perfettamente integrato nel contesto delle vie attigue. Suggestiva e di grande impatto visivo la facciata. Scenografico il cortile a colonne e con un bellissimo scalone mentre il giardino è chiuso da una cancellata attribuita al Piermarini.
Il palazzo ospita oggi il Teatro Litta, il più antico teatro in funzione in città, e dal 2007 la Direzione regionale per i beni culturali e paesaggistici della Lombardia.